Questo post è stato molto vicino ad avere tutt’altro titolo, combattuto com’ero fra Com’è possibile che trenta centimetri di neve paralizzino l’Italia? e L’incompetenza di Trenitalia. Poi ho (per fortuna) pensato che non a tutti potevano interessare le peregrinazioni ferroviarie notturne lungo la pianura padana, e mi sono concentrato su qualcosa di più piacevole (ma sull’argomento abbandonato vi segnalo comunque questo). Quindi quest’oggi segnaliamo (in colpevole ritardo, visto che il disco è uscito nell’ormai lontano 2009) la ditta musicale Brunori sas, da Cosenza.

Vol. Uno, il suo disco, è un esordio importante: arrangiamenti scarni, ma impreziositi qua e là da un sassofono, o dal violencello; una voce che ricorda vagamente Rino Gaetano, più per assonanze regionali che per reale ispirazione del nostro, e testi concreti che più concreti non si può. L’universo sonoro che Dario Brunori imbastisce dondola fra il ricordo nostalgico della gioventù e i dolori della vita adulta, fra supersantos e tassi Euribor, amori non corrisposti per Edwige Fenech e code in banca, senza la patina dolente e sofferta cantautorale, ma con ironia e disincanto. Una folgorazione, che ha ricevuto conferma giovedì sera nel suo live al circolo Magnolia, a Milano; purtroppo (mea culpa), il tour finisce questo 29 dicembre, ma se qualcuno passa le feste dai parenti a Cosenza consiglio caldamente di andarselo a vedere, senza aspettare l’uscita del prossimo album. Esaurisco il gossip dicendovi anche che lui ha quasi quarant’anni, la (bellissima) foto di copertina gliel’ha scattata suo padre (mentre quello che sulla retro copertina si prende una pallonata in faccia è suo fratello), e la cantante che lo accompagna è la sua ragazza; intanto ascoltate questa. [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=kf5BhrngRPE]