Il limone e una pianta originaria dell’estremo oriente ( India e Cina), fa parte della famiglia delle rutacee alla quale appartengono anche arance, mandarini, bergamotti, cedri, pompelmi.
Si presume sia nato da un antico ibrido tra il cedro e la limetta, il suo nome deriva dal termine arabo Limun, fu questo infatti il popolo che lo portò in Sicilia attorno all’anno 1000.
Il frutto di forma ovoidale ha una buccia spessa di colore gialla all’esterno molto ruvida e ricca di piccoli alveoli dove si trovano gli oli essenziali del limone e flavonoidi, andando verso il centro troviamo una parte bianca dalla consistenza spugnosa, fino ad arrivare agli spicchi che contengono il succo, ricco di acido citrico, citrato di sodio e potassio, vitamina C ma anche vitamine del gruppo B e P. Questa pianta arriva a fiorire e fruttificare in tre periodi dell’anno: Ottobre, Marzo e tra Giugno e Luglio.
Si perdono nella notte dei tempi le sue diverse applicazioni; nelle civiltà mesopotamiche lo usavano per le proprietà antisettiche, antireumatiche e tonificanti, nei paesi islamici veniva impiegato come antidoto contro i veleni, astringente nelle forme dissenteriche ed emorragiche, ed addirittura per tenere lontano il demonio nelle case, veniva infatti considerato sacro. Gli egiziani lo usavano per imbalsamare le mummie e lo riponevano nelle tombe con datteri e fichi. I greci lo usavano come ornamento, per profumare la biancheria e difenderla dalle tarme, inoltre lo piantavano vicino agli ulivi per preservare questi ultimi da attacchi parassitari, anche i romani ne erano a conoscenza testimonianze infatti si trovano in pitture murali nella “casa del frutteto” a Pompei, si presume che Nerone ne facesse un uso smodato, preso dalla fobia che lo volessero avvelenare. Nel xv secolo si scoprì che il succo poteva prevenire lo scorbuto, malattia che colpiva i marinai, costretti com’erano a passare molto tempo sulle navi con nessuna scorta di cibi freschi, e furono proprio le navi che lo portarono prima in america con l’invasone spagnole, poi nel nord Europa dove divenne merce pregiatissima, scambiata anche con oro.
Il suo utilizzo in cucina avvenne più tardi però verso il XVIII secolo.
La medicina contemporanea gli attribuisce diversi proprietà:
riduce i livelli di colesterolo e contrasta l’arteriosclerosi, combatte reumatismi, artrite e gotta, allevia i sintomi di mal di gola, raffreddore ed influenza, aiuta ad abbassare il colesterolo cattivo, cura le affezioni della pelle e naturalmente disinfetta; questo non sostituisce un medico e le medicine in caso di malattia, può però aiutare a prevenirle e velocizzare il tempo di guarigione.
Capiamo meglio invece come possiamo usarlo nelle nostre cucine, sicuramente andando verso l’estate una bella limonata nei giorni caldi può dare sollievo, ma anche un una granita o facendo un semplice ghiacciolo, portando a bollore zucchero e acqua dove alla fine aggiungeremo il succo di limone, lo possiamo usare per condire le insalate aggiungendo magari anche la buccia grattugiata, si raccomanda di usare solo la parte gialla, di limoni non trattati, oppure negli arrosti lo si può sostituire al vino, ricordiamoci sempre però che le lunghe cotture denaturano gli oli essenziali e le vitamine di tutti i vegetali, cerchiamo dunque di aggiungerlo quasi alla fine cottura, una alternativa valida invece può essere quello delle marinature sia per il pesce che per la carne ma anche per le verdure, basterà lasciare il prodotto che vogliamo marinare in frigo, coperto con succo di limone magari con sale pepe ed un pizzico di zucchero, dopodiché lo potremmo consumare sia cotto che crudo. Ricordandoci sempre che il cibo può essere il nostro miglior alleato o il peggior nemico della nostra salute, e di conseguenza della nostra vita stessa.
Gobbo Matteo