In attesa della riapertura del Don Claudio, verso la fine di Gennaio ci siamo presi una giornata per andare a far visita all’Azienda vitivinicola Antico Broilo a Prepotto, un piccolo paesotto in provincia di Udine ma molto vicino alla Slovenia. Questa piccola realtà vinicola a conduzione familiare (ci sono il papà Giovanni, la mamma Patrizia e il figlio Massimo) si trova nel cuore della zona storica di un vitigno autoctono a bacca rossa, lo Schioppettino.

Arrivando da quelle parti si inizia a respirare una sensazione di tranquillità, che percepisci poi in maniera importante quando ti siedi a chiacchierare con Massimo, che con una magnetica cadenza friulana comincia a raccontare: prima una breve digressione su chi sono, per arrivare quasi subito all’argomento vino, parlando con orgoglio dei loro sette vini – dei quali 5 rossi: Merlot, Cabernet Franc, Refosco dal peduncolo rosso, Schioppettino e Pinot Nero, e 2 bianchi: Ribolla gialla e Friulano – che si articolano in soli sei ettari di proprietà, dove si lavora nel rispetto della tradizione che viene tramandata di padre in figlio, ma soprattutto si lavora mettendo in campo un costante impegno nel tentare di coniugare al meglio il rispetto della natura e del territorio con la ricerca del prodotto migliore.

Con grande scrupolosità si effettuano tutte le operazioni, a partire dal vigneto che ho trovato ordinato e perfettamente in linea con la loro filosofia produttiva: sei ettari vitati che con sudore della fronte e mani callose portano in dote una resa volutamente bassa – sull’ordine dei 50 quintali per ettaro – dai quali dopo una attenta fase di fermentazione e di successiva vinificazione, si ottengono circa 35 hl di vino per ettaro. Se paragoniamo questi ai numeri di altre aziende sembra una produzione piccolissima, parlando però con Giovanni e Massimo capisci con chiarezza che la loro è assolutamente una scelta; mi informano infatti che il loro accudire e curare il vigneto significa non trattarlo con prodotti di chimica di sintesi, ma solo ed esclusivamente in maniera naturale mediante l’utilizzo di zolfo e rame.

Tutti i loro vini rossi fanno un passaggio in legno in base al vitigno e in base all’andamento dell’annata, mentre per i bianchi il passaggio in botte varia a seconda del millesimo, tra il 30 ed il 50 per cento della massa a disposizione.

Producono a seconda dell’annata un numero di bottiglie che varia tra le 15000 e le 18000, e questo è un dato che la dice lunga su come e cosa producono.

Oramai da 7 anni l’azienda Antico Broilo fa parte della F.I.V.I. (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), alle spalle una famiglia che con passione si impegna in uno dei lavori che lega con un doppio nodo l’esistenza dell’uomo e di madre natura.

Massimiliano.

p.s. qui sotto alcuni scatti della giornata:

Il Diario di Max - Una terra, sette varietà. Visita all’Azienda Vitivinicola Antico Broilo (2) Il Diario di Max - Una terra, sette varietà. Visita all’Azienda Vitivinicola Antico Broilo (4)

Il Diario di Max - Una terra, sette varietà. Visita all’Azienda Vitivinicola Antico Broilo (5) Il Diario di Max - Una terra, sette varietà. Visita all’Azienda Vitivinicola Antico Broilo